LIRINIA: IL FUTURO


La società civile manifesta esigenze sempre più pressanti e varie che le tradizionali ed ormai obsolete istituzioni non sono più in grado di soddisfare. Infatti, uno dei maggiori ostacoli all'organica soluzione dei complessi problemi della comunità è rappresentato dai comuni che notoriamente hanno un ristretto ambito di azione.
La legge di riforma delle autonomie locali, approvata dal Parlamento con la legge n. 142 dell'8 giugno 1990, "mira ad offrire ai Comuni stimoli alla fusione, attribuendo loro la possibilità di disporre, anche dopo l'intervento aggregativo, di strumenti volti a valorizzare le loro peculiarità, riconoscendo, pertanto, alle aggregazioni intercomunali una sostanziale valenza politico-amministrativa, favorendo nel contempo i processi democratici in corso di cooperazione fra Comuni, quando, naturalmente, ne ricorrano gli indispensabili presupposti storici, culturali, sociali ed economici.
La legislazione regionale vigente riconosce di par suo la necessità di un livello intermedio di pianificazione con la funzione di superare le ristrettezze dell'ambito comunale.
Così sono stati introdotti dal legislatore strumenti di pianificazione intercomunale, la cui creazione spetta alle aggregazioni di comuni.
Non sfugge a nessuno il fatto che, nel caso specifico di Lirinia, si andrebbe a creare la più popolosa città della provincia ed una delle maggiori del Lazio con un estensione di 170,81 kmq ed una popolazione di ben 52.402 abitanti (Istat, 1991).
La delibera n. 331 del 3/8/1974 del Consiglio Regionale del Lazio sull'assetto del territorio ipotizza l'istituzione della città intercomunale, come "Metodo di organizzazione comprensoriale dei servizi civili capace d'impegnare in una dialettica democratica le amministrazioni e le componenti popolari ed operative a livello locale".
I richiesti presupposti esistono per i comuni di Sora, Isola del Liri, Arpino, Castelliri e Broccostella, i quali hanno già dato luogo ad un'unica realtà socioeconomica, sottolineata da una continuità urbana.
L'ambito territoriale in questione ha caratteristiche strutturali, morfologiche e socioeconomiche omogenee, condizioni necessarie per un unico ed organico processo di pianificazione, indispensabile per la ripresa economica di un vasto comprensorio che si estende su tutta la Media Valle del Liri, finora gravemente emarginato e penalizzato.
Con deliberazioni unanimi i Consigli comunali dei cinque comuni interessati con la sola eccezione di quello di Broccostella, già nel lontano ottobre 1986, avevano optato per il progetto della città intercomunale per la quale era stato proposto il nome di Lirinia con esplicito riferimento ad uno dei più importanti elementi della zona: il fiume Liri.
A sua volta, con deliberazione consiliare unanime del 2.12.1986, l'Amministrazione Provinciale di Frosinone ha approvato la proposta di istituzione del Consorzio per lo sviluppo della Media Valle del Liri al fine di promuovere l'integrazione sociale ed amministrativa delle popolazioni residenti in questo territorio.
Il Consiglio Regionale del Lazio, in data 30.6.1990, vista la legge regionale 20.4.1987 n. 49 concernente norme sul referendum consultivo per l'istituzione di nuovi comuni, deliberava la indizione di un referendum sul progetto di Lirinia.
Il 21 Aprile del 1991, i circa 46 mila elettori dei cinque comuni interessati furono chiamati ad esprimere la loro approvazione alla costituzione di una città intercomunale. La percentuale dei votanti sul totale degli aventi diritto fu del 66.4%, i voti favorevoli furono 19.519 (63.4%), mentre i contrari 10.011 (32.6%).
Tuttavia, se analizziamo il voto per i diversi comuni (vedi tabella 5.1.), riscontriamo come i voti favorevoli si siano concentrati nei comuni maggiori, mentre i contrari in quelli minori (a Broccostella l'80,3% ha votato contro Lirinia) che hanno, forse, visto minacciate dal progetto la loro autonomia e dove il voto è stato condizionato da posizioni localistiche ed esasperatamente campanilistiche.

Il progetto Lirinia si propone la realizzazione della città intercomunale, lasciando spazio a tesi che sostengono la completa fusione di questi cinque comuni, tesi che propongono di lasciare intatto lo statu quo e posizioni intermedie.
In pratica sarebbe possibile arrivare alla creazione di una sorta di "Consorzio di Servizi" a disposizione delle cinque municipalità suddette, non arrivando però alla fusione a tutti gli effetti.
Tuttavia, due sono i pericoli maggiori per il progetto Lirinia: l'indifferenza e il particolarismo. Infatti, larghe fette della popolazione sembrano, ancora oggi, completamente estranee alle tematiche portate avanti dai sostenitori di questo progetto e quindi facili prede di quanti temono di perdere situazioni di predominio acquisite in ambiti ristretti e difficilmente difendibili nella realtà più vasta ed articolata rappresentata dalla nuova municipalità.
La classe politica locale ha giocato, infatti, buona parte delle carte in suo possesso dapprima inseguendo il miraggio di una possibile industrializzazione della zona, ipotesi questa già da anni miseramente naufragata e, quindi, puntando sull'apertura di strade a scorrimento veloce, che facessero uscire la zona dall'isolamento economico nel quale essa era precipitata.
Quest'ultime, peraltro, non ancora ultimate hanno finora causato al territorio soltanto ferite gravissime, forse irreparabili.
Con la costituzione di Lirinia si cerca di superare in fretta lo stato di emarginazione, acuito dall'apertura dell'Autostrada del Sole nel lontano 1962 che determinò uno sviluppo disorganico lungo la direttrice Anagni-Frosinone-Cassino, emarginando sempre più la Media Valle del Liri e la Val Comino.
Con il suddetto progetto si intende dare un contributo all'inversione di questa tendenza, aggravata ancor più dalla costruzione della terza corsia dell'autosole e dalla probabile attuazione del sistema "Alta Velocità" da parte delle Ferrovie dello Stato sulla tratta Roma-Cassino-Napoli.
Si rende a questo punto indispensabile una programmazione globale delle priorità per stabilire, nel medio-lungo periodo, un idoneo riassetto territoriale che in un contesto integrato ed equilibrato riporti la Media Valle del Liri a svolgere un ruolo baricentrico tra Cassino, Frosinone ed Avezzano, che la sua posizione geografica le attribuisce. A tutto ciò si aggiunga l'assoluta carenza di una seria politica culturale che, partendo dalla conoscenza e dal recupero del ricco patrimonio archeologico, architettonico e naturale presente nei comuni, potesse inserire la zona nei circuiti turistici di interesse nazionale.
Per far fronte a questa gravissima situazione e per evitare soprattutto che il circondario si trasformi in una squallida area-dormitorio è necessario abbandonare la visione settoriale e campanilistica dei problemi.
In tale ottica, il Liri ed il suo bacino potrebbero diventare il naturale e più forte elemento d'unione tra i comuni che, consorziatisi su basi paritarie, non verrebbero a perdere quell'autonomia amministrativa ed identità culturale insite nel patrimonio di ognuno. E' auspicabile, pertanto, soprattutto il superamento di iniziative a carattere strettamente locale ed un allargamento dei contatti anche con le altre comunità gravitanti sul bacino del Liri-Garigliano.
Molti problemi che interessano il comprensorio della Media Valle del Liri coinvolgono direttamente, infatti, sia la Valle Roveto e la Marsica, settori dell'Abruzzo per i quali la costituenda Lirinia ha sempre costituito il naturale sbocco commerciale, che la vicina pianura Pontina.
Solo così, forse, si potrà iniziare a ridisegnare la mappa del territorio recuperando, laddove è possibile, attività agricole ed artigianali che nel passato resero celebre la zona, tutelando e restituendo a nuova vita vasti settori della collina e della montagna da tempo degradati od abbandonati, e promuovendo la costituzione di parchi di interesse storico e naturalistico.
Di pari passo, dovrebbe procedere la rivitalizzazione dei centri storici, operazione, questa, strettamente legata ad una seria politica di incentivazione dei laboratori artigianali specializzati nella lavorazione del legno, del ferro, della pietra e del rame ed indispensabili per avviare quell'auspicabile opera di restauro e di ricostruzione ex-novo di una buona parte del patrimonio edilizio urbano e rurale.
Queste esigenze sono state recepite nel documento programmatico per l'istituzione del Comune di Lirinia, redatto dal Comitato per Lirinia1, che fissa l'attenzione su alcuni punti cardine, ritenuti fondamentali per il riassetto territoriale del comprensorio lirino, e riassumibili nel seguente modo: · La Viabilità.
Ancora una volta fondamentale importanza viene attribuita alla superstrada Sora-Frosinone, che potrà svolgere la funzione di direttrice di sviluppo, ma soltanto dopo aver realizzato il tratto finale, in territorio del Comune di Sora, che costituirà l'asse centrale di attraversamento di Lirinia, (IV lotto) ed il tratto finale di Frosinone che prevedeva l'allacciamento all'autosole nei pressi del casello di Ferentino (V lotto).
Non meno importante è il "ponte ideale" tra la città intercomunale ed il Cassinate, rappresentato dalla superstrada Sora-Atina-Cassino, che, nella sua funzione di dorsale appenninica, è stata indicata tra le opere prioritarie dalla deliberazione del C.I.P.E del 3.8.1990 per "la rivitalizzazione delle aree interne e delle aree marginalizzate, attraverso la ricostruzione delle condizioni economiche e sociali per un presidio attivo dei territori interessati".
Infine, di fondamentale importanza, in tema di grande viabilità, è il collegamento con la zona costiera che dovrebbe essere attuato dalla superstrada Sora-Isola del Liri-Ceprano-Fondi-Gaeta classificata, anche questa, come opera prioritaria dal Consiglio Regionale del Lazio sin dal 1982, visto il ruolo di primaria importanza che ricopre nella interrelazione fra le aree interne e le zone costiere del Lazio meridionale.
A completamento di questo organico quadro viario, emblematico è il caso della Sora-Avezzano, la cui parte incompleta è interamente situata in territorio laziale (10 km), mentre la parte restante (40 km) in territorio abruzzese è stata ultimata, realizzando anche l'allacciamento con l'autostrada A 24.
Infine, si pensa ad un allacciamento rapido con il vicino Parco Nazionale d'Abruzzo attraverso la proposta di costruzione di un tunnel di collegamento sotterraneo che, evitando le propaggini appenniniche, possa direttamente collegare la Valle del Liri col l'Alta Valle del Sangro: Pescasseroli e Castel di Sangro.

In merito alla pianificazione territoriale si ritengono prioritari i seguenti interventi:
- Piano generale per la difesa del suolo e l'utilizzo delle risorse idriche. Vista la situazione di degrado idrografico del bacino del fiume Liri, appare chiara l'urgenza di un vasto intervento di riequilibro da realizzare attraverso l'adozione di misure previste nell'ambito di un vasto piano di Bacino, il cui compito deve essere anche quello di dirimere, una volta per tutte, quella serie di conflitti di competenza che hanno sinora pregiudicato qualsiasi valido intervento di salvaguardia. Solo la costituzione di un'entità sovracomunale come Lirinia potrà dar forza alle opposizioni che recentemente si sono manifestate al progetto di realizzare un invaso a Castellafiume, in territorio abruzzese, che, trattenendo parte delle acque del Liri, pregiudicherebbe in maniera grave l'equilibrio idrico del fiume2 .

- Città della Salute
Il territorio in questione è già stato interessato dal Piano regionale per il riequilibrio e la riconversione della rete dei servizi sanitari. Un ruolo primario in questo ambito viene ricoperto dal nuovo ospedale di Sora che, unitamente a quelli di Isola del Liri ed Arpino, fa della costituenda Lirinia un comprensorio all'avanguardia, tanto da fargli assumere la fisionomia di una vera e propria "Città della Salute". Attualmente, le strutture citate, in particolare quella sorana, sembrano ricoprire un ruolo inferiore a quello che, potenzialmente, spetterebbe loro.

- Università
Per ciò che concerne l'istituzione di nuovi Atenei e di nuove facoltà, il nostro comprensorio è già stato escluso dal Piano Quadriennale per l'Università. Perciò la proposta contenuta nel progetto guarda alla prossima pianificazione ribadendo con forza che le citate potenziali strutture sanitarie richiedono l'istituzione di facoltà distaccate di Medicina e Chirurgia e di Scienze Ambientali.

- Polo Fieristico
La Fiera di Sora, che già rappresenta una grande realtà di valore nazionale, è stata recentemente approvata dal Piano Regolatore A.S.I.3, consentendo l'attuazione del progettato polo fieristico. In tal modo, si potrebbe promuovere un sistema articolato di strutture di sostegno delle attività industriali, commerciali e dei servizi, elevando così il livello di qualità della stessa fiera. · Forestazione protettiva e produttiva. Questo punto riveste una notevole importanza, in quanto interessa, dal punto di vista economico, l'industria del mobile e della carta. Già dal 28.2.1990, il Consiglio Regionale, con la deliberazione n. 1144, consente l'utilizzazione di notevoli finanziamenti per interventi di forestazione produttiva e protettiva. Tale delibera s'inquadra nell'ambito del piano forestale regionale previsto dalla legge n. 64 del 1.03.1986 e conferisce alla tradizionale industria della città intercomunale la priorità assoluta degli interventi da attuare in Provincia di Frosinone.

- Protezione Civile
Il nostro territorio comprende tutti i grandi rischi, che, unitamente ai ripetuti interventi antropici non compatibili con la salvaguardia delle risorse naturali, compromettono gravemente l'ecosistema. Si rendono, quindi, necessari degli interventi integrati di competenza di più soggetti pubblici, onde realizzare le strutture così come previsto dal Piano Regionale Pluriennale di Protezione Civile, approvato con legge regionale 11/04/1985 n. 37.

- Piano Commerciale Intercomunale
L'istituzione di un piano di sviluppo commerciale comune ai cinque comuni potrà dare un sostanziale impulso allo sviluppo delle attività commerciali, soprattutto eliminando le disfunzioni esistenti che, spesso, portano a casi estremi, come quello di Carnello. Questa frazione, infatti, sita nella zona di confine fra Sora, Arpino, Isola del Liri, pur avendo una sua continuità abitativa, è soggetta a ben tre diverse regolamentazioni riguardo ai giorni ed agli orari di chiusura ed apertura dei punti vendita, con ovvi disagi per i cittadini. Ricordiamo, inoltre, la stessa continuità abitativa esistente in viale San Domenico fra l'abitato di Sora ed Isola del Liri . A ciò si aggiunga la necessità di razionalizzare sull'area di Lirinia le diverse attività commerciali esistenti, regolamentando la concessione delle licenze commerciali.

- Turismo
La futura città intercomunale presenta in questo settore uno squilibrio fra l'entità del movimento turistico ed i fattori locali capaci di facilitare lo sviluppo del settore. Quest'ultimo presenta, infatti, notevoli qualità potenziali: valori storico-monumentali archeologici, naturali e paesaggistici. Questi due fatti contrastanti, arretratezza e carenza delle strutture e delle attrezzature ed elevate qualità turistiche potenziali, caratterizzano il quadro del turismo nella nostra zona. La politica del turismo tende oggi a modificare tale situazione di ristagno, facendo leva proprio sulla ampia e diffusa presenza dei fattori disponibili e, quindi, sulla potenziale vocazione turistica del territorio. Ovviamente, la situazione presente, espressione complessa di una realtà socioeconomica fatta di autarchie, di strette delimitazioni amministrative, va totalmente riconsiderata e quindi strutturata in una visione d'insieme che trova la sua estrinsecazione solo in ambiti territoriali più vasti ed integrati.

- Archeologia industriale e recupero dei centri storici
In una zona come Lirinia, nella quale, come abbiamo visto, l'industrializzazione ha avuto radici lontane, la tutela dei monumenti industriali non sembra poter differire dalla tutela integrata fra monumento ed ambiente (Rubino, 1983). Nell'ambito della futura Lirinia, tali tematiche sembrano essere particolarmente importanti per ciò che riguarda il territorio di Isola del Liri. La presenza di un insieme di elementi tipici del paesaggio industriale, quali il fiume, il susseguirsi sulle sue sponde di stabilimenti industriali, oggi in gran parte chiusi o trasformati nelle proprie funzioni, di abitazioni operaie, di residenze della classe operaia, gli stessi caratteri dell'arredo urbano costituiscono una serie di validi motivi per poter affrontare un discorso finalizzato ad un programma di riassetto del territorio. Ma il vero punto cardine all'interno del nucleo storico è rappresentato dalla trasformazione della cartiera Mancini in un complesso per lo svolgimento di funzioni ed attività civiche, culturali e di servizio in genere a livello intercomunale. Tale centro dovrà dar corpo all'espressione più diretta della vita civica e culturale della città del futuro. Esso dovrà, quindi, disporre di un ampio spazio pubblico, di sale per congressi capaci di ospitare manifestazioni anche di notevole importanza, di una biblioteca comunale, di un museo dell'industria cartaria, con un annesso archivio storico e di spazi destinati ad attività culturali capaci di imprimere alla città una precisa caratterizzazione in senso civile. Un tale vasto programma, potrà essere attuato per fasi e con finanziamenti successivi, presupponendo l'impegno di tutte le forze vitali della città intercomunale. Tali punti programmatici devono essere inquadrati in una pianificazione intercomunale che stabilisca le norme ed i tempi di attuazione e che deve necessariamente essere gestita da un'entità sovracomunale, individuata nel Municipio dalla legge 142/90. La necessità di realizzare la città intercomunale deve portare le singole amministrazioni comunali a mettere da parte, specie nei comuni minori, gli interessi particolaristici. Il progetto Lirinia deve essere realizzato nel medio-lungo periodo, per cercare di usufruire delle opportunità offerte da un maggior peso politico e dalla necessità di far sentire più forte la voce della nostra zona nelle future scelte di riassetto territoriale del Lazio.